1 settembre 2010

Le regole dei giorni frutto e dei giorni fiore per bere biodinamicamente

Angelo Peretti
Settembre, andiamo. È tempo di migrare. La citazione è nota: Gabriele D'Annunzio, Pastori.
Primo settembre, riprendo le pubblicazioni su quest'InternetGourmet. Dopo essermi concesso una pausa da ferragosto.
Riprendo in un giorno radice. Se credete alla biodinamica, sappiate che i giorni radice son quelli in cui è meglio non bere vino. Perché la vostra capacità percettiva è al minimo e la sua (del vino) capacità esperssiva è sotto i tacchi. Quasi come nei giorni foglia, nei quali peraltro è sempre possibile tentare di ripiegare su qualche bottiglia di cinque anni e passa. Il vino va bevuto nei giorni frutto e nei giorni fiore.
Lo dice Maria Thun, uno dei nomi di culto dei biodinamici. Ha messo a punto un calendario biodinamico per i bevitori di vino. Spiegando quando la percezione gustativa può essere al massimo e quando è invece meglio lasciar perdere. E c'è chi ci crede e ne fa persino norma di business, se - così leggo - sia Tesco che Marks & Spencer, le due mega catene di supermercati inglesi, organizzino le loro degustazioni solo nei giorni in cui le bottiglie possono dare il meglio di sé: i giorni fiore e i giorni frutto, appunto.
Detto così può sembrare questione ingrovigliata. Ma il bandolo della matassa lo trovate in un libretto di appena quarantotto paginette, rintracciabile on line in lingua inglese. S'intitola "When wine tastes best", che grosso modo posso liberamente tradurre in "Quand'è che il vino lo gustate meglio". Ne viene stampata un'edizione ogni anno, con il calendario aggiornato giorno per giorno, ora per ora, in modo che si sappia perfettamente quando stappare.
Una guida pratica, insomma, le cui informazioni si basano sui più di cinquantacinque anni di ricerche condotte da Maria Thun, tedesca, famosa soprattutto per il suo calendario biodinamico sulle semine e le piantumazioni dell'orto, edito da mezzo secolo, con aggiornamento annuo.
Il calendario in questione - intendo sia quello delle semine che quello dedicato a chi beve vino - si basa sui cicli della luna e del sole, sugli influssi delle costellazioni e sui movimenti dei pianeti. In particolare, si tiene conto delle costellazioni - dodici - che vengono raggruppate in quattro differenti categorie, che corrispondo a loro volta ai quattro tipi di giorni segnalati sulla guida. Vergine, Capricorno e Toro identificano i giorni radice, quelli che non vanno bene per il vino. Bilancia, Acquario e Gemelli stanno ad indicare i giorni fiore, che vanno invece proprio bene. Scorpione, Pesci e Cancro segnalano i giorni foglia, che non si prestano all'assaggio dei vini giovani e tutt'al più accettano vini invecchiati. Sagittario, Ariete e Leone sono simbolo dei giorni frutto, eccellenti per chi vuol degustare. Ma non è così semplice. Se non ho capito male le istruzioni per l'uso del manualetto, la questione è che ogni mese (in realtà ogni ventisette giorni e mezzo) la luna si muove attraverso ciascuna delle costellazioni, ed è questo movimento che determina in realtà il tipo di giorno vinicolo. O meglio, l'eventuale suddivisione delle ventiquattr'ore fra periodi buoni e cattivi per il vino. Insomma, per riprendere l'esempio del librino, se la luna si muove dentro la Bilancia alle 11 del mattino, è da quell'ora che la giornata è da considerare un giorno fiore, e mica prima.
Pronti dunque per i vostri assaggi biodinamici? Se sì, procuratevi il libretto: l'edizione 2010 vale fino al 31 dicembre, ovviamente, ma on line trovate già in prevendita anche l'edizione 2011. E, attenti: potrete fare assaggi biodinamici anche di vini non necessariamente aderenti alla filosofia biodinamica. Le regole della Thun valgono per il vino in genere, anche quello proveniente da uve in coltura convenzionale.
Crederci, non crederci? E chi lo sa? Mica ho provato ancora a fare l'esperimento di bere lo stesso vino in giorni di tipo diverso. Ma mi riprometto di farlo.
Però una cosa la devo dire. Un giorno ho aperto una bottiglia di un vino che generalmente mi piace. Intendo che mi piacciono il vino e l'annata specifica, e che è un vino che conosco a menadito, come s'usa dire. Ma quel giorno mi ha deluso. Per curiosità, rientrato a casa ho preso in mano il librino: era un giorno radice, uno di quelli in cui sarebbe meglio non stappare. Guarda un po'.
Giusto a titolo di suggerimento: i prossimi giorni fiore sono dalle 7 alle 22 del 3 settembre e poi dalle 5 del 4 settembre fino alle 5 del giorno dopo, quando comincia il giorno foglia. Il primo giorno frutto è invece brevissimo: l'8 settembre, dalle 18 alle 22. Poi è tutta radice fino al 12 settembre, quando, alle 2, torna il fiore, che va avanti fino alle 8 del mattino del giorno successivo. Segnateveli. E magari fatemi sapere, se provate.

5 commenti:

  1. Interessante. Ci ricorderemo di mandare i vini alle guide con preghiera di non degustarli in giorni radice.

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  2. Mi sono posto, almeno per un attimo, e solo per un attimo, la questione: ma se fosse vero quanto sosstiene la Thun, non è che si dovrebbero modificare anche le norme dei concorsi enologici e delle degustazioni delle guide? Poi mi son detto che, no, non può essere: non ci si può complicare la vita a tal punto.

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  3. Acc... qui a Bassano abbiamo una griglia di Chianina con un bel po' di Brunello anni 90 il 10/09...
    Vuoi venire a rischiare con noi,Angelo?
    Ciao.
    Marco.

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  4. Chissà se la vendemmia o la vinificazione sono state fatte nei giorni giusti..e la vigna quando è stata messa a dimora?...E il viticultore/cantiniere/viticultore è realmente eticamente corretto...fà quello che dice ? riesce a comunicare al proprio cliente quanto rame metallo residuo ha il suo vino? Oppure stanno tutti cavalcando qualsiasi tigre-glamour per cercare di emergere dalle paludi di un mercato in affanno?
    Il mercato, credetemi, è molto esigente in fatto di salutismo e cerca veramente qualità e verità.

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  5. Verissimo Carlo. E credo che quella del bio-qualcosa sia fondamentalmente una nuova bolla modaiola che prima o poi si sgonfierà, e non so se questo aiuti i produttori che ci credono davvero, o se invece finisca per svalutare anche loro.

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